Sostenere i ricercatori e la libertà accademica in Afghanistan

Cosa possono fare le università svizzere

Di fronte alla rapida evoluzione degli eventi in Afghanistan, la Commissione svizzera per l’UNESCO condivide la preoccupazione di molti settori della popolazione, tra cui la comunità scientifica locale e il personale del settore educativo. Senza un’azione di protezione, la situazione di incertezza, paura e rischio vitale che affrontano avrà un impatto drammatico sul futuro sviluppo del paese.

Ribaditi recentemente nella “Raccomandazione sulla scienza e i ricercatori scientifici” dell’UNESCO, i termini della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, proclamano che ognuno ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della comunità e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.

La missione di Scholars at Risk (SAR) è particolarmente rilevante in questo contesto. SAR è una rete internazionale di quasi 500 università che sostengono i principi della libertà accademica in tutto il mondo e lavorano per proteggere i ricercatori sotto minaccia. La Commissione svizzera per l’UNESCO ha stabilito una cooperazione costruttiva con la SAR, facilitata dallo statuto consultivo della SAR in seno all’UNESCO e dalla loro missione comune di salvaguardare la scienza e gli scienziati a rischio e di promuovere la libertà accademica.

Recentemente, la SAR ha lanciato un’azione urgente sull’Afghanistan e ha invitato i governi e le istituzioni europee ad agire, ribadendo il suo sostegno ai ricercatori, agli insegnanti e ai professionisti afgani che sono in grande pericolo. La maggior parte di loro sono persone che hanno sostenuto pubblicamente, attraverso il loro insegnamento, ricerca, pubblicazioni o attività pubbliche, un futuro pluralistico, rispettoso dei diritti e democratico per l’Afghanistan, e che, di conseguenza, affrontano un serio e immediato rischio di rappresaglie.

La sezione svizzera della SAR, che comprende i due politecnici federali, le università cantonali e le scuole universitarie professionali e che è sostenuta da swissuniversities e dalle Accademie svizzere delle scienze, ha recentemente lanciato un’importante iniziativa in collaborazione con il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) per sostenere il soggiorno di ricercatori rifugiati presso istituti di istruzione superiore svizzeri nel quadro del programma di finanziamento degli scambi scientifici del FNS.

La Commissione svizzera per l’UNESCO sostiene questa iniziativa e incoraggia vivamente gli istituti di istruzione superiore svizzeri ad aderirvi. La Commissione accoglie con favore il recente appello del FNS a uno sforzo internazionale per difendere la sicurezza e la libertà dei ricercatori afgani, poiché anche noi crediamo che il sistema scientifico debba essere libero, vario e aperto al mondo. Questo principio è a rischio quando gli scienziati e le loro famiglie sono minacciati.

Crediamo che la protezione del capitale scientifico umano, della ricerca scientifica e della libertà accademica sia necessaria per garantire il godimento degli altri diritti umani del popolo afgano, così come lo sviluppo e la pace sostenibile dell’Afghanistan.

Ecco ulteriori informazioni su come le università svizzere, in collaborazione con il FNS e la SAR, possono aiutare:

SNF: Aider les scientifiques d’AfghanistanHelping scientists in Afghanistan

Per maggiori informazioni, visitate

Afghanistan: l’UNESCO appelle à la protection du patrimoine culturel dans sa diversité

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